Giuseppe Uncini. La conquista dell’ombra

Sì è chiusa a ridosso delle vacanze di Natale, il 21 dicembre, la mostra “Giuseppe Uncini. La conquista dell’ombra” dedicata dalla Fondazione Marconi alla produzione dell’artista fra gli anni 1968 e 1977.

Incentrata sullo studio delle ombre, centrale in quegli anni per l’artista, la mostra è stata organizzata con l’Archivio Uncini che ha anche prestato alcune importanti opere, accostate a progetti e disegni. Da sempre vicino a Marconi ed alla galleria Christian Stein, Uncini organizza nel 1976 la mostra presso lo Studio Marconi e in quella occasione realizza Grande parete Studio Marconi, protagonista di questa mostra ed esposta con il modello originale.

A Roma dal 1953, proveniente da Fabriano, Uncini inizia il suo cammino al fianco di Cagli, Afro, Colla, per poi entrare nel gruppo della giovane Scuola Romana con Festa e Schifano fra gli altri e poi in Gruppo Uno, contrapposto agli artisti informali.

Al ciclo di opere chiamato “Terre” del 1956-7 con il quali inizia a prendere confidenza con tufi, sabbia, cenere e colori, seguono i primi “Cementarmati” in cui compaiono ferro, reti e cemento che inaugurano un dialogo tra materia compatta e struttura metallica che lascia intravedere da cosa il tutto sia realmente composto.

Dal 1962 al 65 Uncini si dedica ai “Ferrocementi” cui seguono i lavori “Strutturespazio”.

È nel 1968 che Uncini incentra le sue riflessioni in particolare sulla funzione dell’ombra che a lungo lo accompagnerà nella realizzazione delle sue opere. Proprio in quell’anno Palma Bucarelli gli commissiona un’opera per dividere i due ambienti nella Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma ed egli presenta “Porta aperta con ombra”, esito di questa straordinaria stagione creativa.

Tra il 1969 e il 1972 Uncini si dedica alla serie dei “Mattoni” mentre le “Ombre” dominano nuovamente il periodo tra il 1972 e il 1978.

L’architettura che già lo affascinava diventa protagonista negli anni ’80 con “Dimore”.

Nel 1994 inizia la serie dello “Spazicemento” e inaugura la collaborazione con la Galleria Fumagalli di Bergamo, terzo importante riferimento per il suo mercato.

Prosegue il suo lavoro con le serie dei “Muri di cemento”,“Architetture” ed “Artifici” finché non si spegne nel 2008.

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