Un giro a misura di bambino alle Gallerie d’Italia di Milano

Dopo mesi di divieti, imposizioni e privazioni, finalmente torniamo liberamente nei musei.

E personalmente ci torno nel modo più bello: con due bimbi interessati e pieni di domande.

Con i miei accompagnatori scegliamo le Gallerie d’Italia di Milano, dove temporaneamente l’ingresso consente di partire da Canova per poi progressivamente approdare al ‘900. Questa è una fortuna in realtà per noi perché per i bambini l’approccio e la scoperta del moderno possono essere più graduali. L’ingresso dalle sale del Canova consente anzitutto di spiegare cosa sia il figurativismo. La macro differenza tra figurativo e astratto che per noi adulti sembra banale per i bambini non lo è affatto quindi prima di tutto spiego loro cosa si intenda per opere figurative e per opere astratte e anticipo loro che prima vedremo tanti esempi della prima categoria e poi tanti della seconda. Naturalmente davanti a Canova approfitto per spiegare loro che vi sono diverse forme d’arte, pittura, scultura etc, ma su questo mi sembrano già piuttosto ferrati.. talvolta mi sorprende la loro capacità di apprendimento naturale dalla semplice osservazione.

Canova mi permette il lusso di raccontare i miti come lui li ha scolpiti e come l’arte li ha tramandati ai nostri giorni.

Dopo Canova è il momento dell’ 800 pieno, come solo le Gallerie d’Italia sanno raccontarlo.
Si parte al Romanticismo incentrato sulla storia e permeato dalla ‘milanesità’ più accentuata delle vedute di Arturo Ferrari, Giuseppe Canella e di Angelo Inganni.

La tragedia delle guerre di indipendenza mi permette di spiegare loro che cosa sia stato veramente l’Ottocento, che secolo ricco e straordinario sia per le arti che per la storia d’Italia.


E dalle battaglie e dalla precisione del segno, passando attraverso il realismo dei poverelli di Mancini e compagni, arriviamo ai primi cenni di dissoluzione delle forme con Irolli, Boldini e poi Previati, che divide la sala con le magnifiche opere di Giulio Aristide Sartorio.

Dai divisionisti arriviamo a Boccioni e da qui all’arte del’900 pieno il gioco è fatto ma mi soffermo sulle tre donne di Boccioni, non solo sullo stile ma anche sul significato dell’opera. Arricchita da indovinelli, anche questa parte del percorso risulta assolutamente fattibile per i bimbi.

A questo punto riprendo il concetto di astrattismo e approdiamo al moderno, con tutte le sue stranezze. Scopriamo che un simpatico tizio di nome Pino Pascali decide di creare una sorta di bruco gigante con gli spazzolini per pulire casa e che un altro interessante personaggio di nome Alik Cavaliere crea un albero in una gabbia, con tanto di rifiuti all’interno.

Poi ci avviciniamo a Fontana, a Manzoni e a Crippa e scopriamo anche quanto sia interessante leggere i cartellini e quanto questi ci raccontino di un’opera, dall’epoca in cui è vissuto l’artista al titolo che ha scelto per l’opera, dall’anno alla tecnica utilizzata.

E così, con gli occhi pieni di meraviglia usciamo dalle Gallerie, esausti (io…) ma soddisfatti delle bellissime scoperte.

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