Tiziano a Palazzo Reale

Devo dire che la mostra in corso a Milano non mi ha emozionato particolarmente. Per carità, le molte prestigiose provenienze rendono l’esposizione ricca ma non ho trovato quel ‘quid’ che cerco in una mostra per definirla SUPER.
Basti dire che le opere che mi sono piaciute maggiormente sono state lo strepitoso ritratto di bimba di Moroni e le due coppie di promessi sposi di Paris Bordone e Bernardino Licinio.. quindi non proprio Tiziano.

La grandezza di Tiziano si comincia ad assaporare solo nella sala dedicata a Lucrezia dove, precedute da un bel Veronese, una Lucrezia del 1515 ed una del 1572 vengono messe a confronto. Ne emerge con forza l’evoluzione pittorica di Tiziano che passa da un tratto assolutamente ‘classico’ a qualcosa di incredibilmente moderno. Se non fosse un’eresia, direi quasi che sembra un’opera ottocentesca.

Già la Lucrezia del 1515 pare molto determinata, quasi un’eroina moderna che decide per se stessa con ferma decisione ma… quanta forza nella Lucrezia del 1572 che si difende con tutte le sue forze dell’aggressore!

Anche la Lucrezia di Veronese che divide la sala con queste due di Tiziano è realizzata nell’ultima fase della vita del pittore (1580 circa) ma emerge con chiarezza che mentre Veronese ha continuato per tutta la vita a lavorare su colori e luci, Tiziano ha trovato altro…si direbbe che abbia trovato il sentimento e che l’abbia indagato non poco negli ultimi anni.

Dopo una sessione dedicata alle belle veneziane e la sessione dedicata a Lucrezia, troviamo raffigurazioni di altri personaggi femminili ed eroine delle Scritture, da Giuditta a Susanna, che nella splendida tela del Tintoretto, si trova insidiata dai due vecchioni, contrapposti con goffaggine alla sua eleganza

Torniamo a trovare forte il sentimento di Tiziano nella tela Venere, Marte e Amore in prestito -come buona parte delle opere- dalla Gemäldegalerie del Kunsthistorishes di Vienna. Un appassionato bacio ci sorprende per la data, 1550,

e di poco lo seguono Venere e Adone, opera in cui la modernissima torsione di Venere è vera protagonista.

La mostra si conclude poche opere dopo, senza davvero lasciare -a mio modesto parere- un gran segno.

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