Leonor Fini. Italian Fury

Ultima chance di visitare domani a Milano la mostra dedicata da Tommaso Calabro a Leonor Fini. Soprannominata dall’amato Max Ernst Italian Fury, Leonor fu un perfetto mix di “scandalosa eleganza, capriccio e passione” come lo stesso Ernst scrisse. Nata a Buenos Aires nel 1907 ma cresciuta nella Trieste di Saba, di Svevo ma soprattutto di Leo Castelli, Leonor frequentò l’Accademia di Brera con Achille Funi, poi visse a Parigi dove morì nel 1996.

Affascinante ed intrigante, Leonor era anche avvezza ai travestimenti poiché la madre da piccola la travestiva da maschietto per proteggerla dai tentativi di rapimento del padre… Un personaggio complesso, di grande fascino.

La sorprendente mostra prende l’avvio dall’opera di Stanislao Lepri che nel dipinto la Chambre de Leonor del 1967 raffigura la camera della pittrice. A questo dipinto è ispirato l’avvio della mostra milanese.

In un allestimento assolutamente geniale voluto dall’artista Francesco Vezzoli curatore della mostra, illusione e realtà si incrociano e nella camera dipinta sono appese opere reali.

Dalla camera di Leonor prende l’avvio la mostra che si snoda nelle varie eleganti stanze della galleria Tommaso Calabro. Le indubbie capacità pittoriche di Leonor sono qui confermate da una serie di ritratti della fine degli anni 40, inizi anni 50.

Presenti anche opere degli amici come Max Ernst stesso e Giorgio de Chirico.

In Présence sans issue del 1966 Leonor Fini pare si diverta a lavorare con un colorismo quasi klimtiano su una base di simbolismo, con qualche elemento che impreziosisce ulteriormente la tela. Lo stesso dicasi per Le retour des absents del 1965 in cui ci sono addirittura particolari che emergono dalla tela quasi fossero in filigrana.

L’opera L’amitié del 1958 è il manifesto del simbolismo che permea tutta la produzione di Leonor Fini e sorprende per intensità e modernità, così come i paraventi esposti a seguire.

Francesco Vezzoli, curatore della mostra, non poteva non concludere il percorso con il ricamo-omaggio alla pittrice Enjoy the New fragrance (Leonor Fini for Greed) del 2009,

ma, per quanto Vezzoli sia molto amato in patria e all’estero, l’opera più bella rimane un disegno di Leonor, Girl with Shells, del 1947 utilizzata per la copertina del numero di giugno di Harper’s Bazaar. Magnifico.

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