Il ruolo del collezionista è già stato di recente indagato dalle Gallerie di Italia con la mostra sui marmi Torlonia e questa esposizione prosegue nella stessa direzione ampliando lo sguardo sulle diverse figure e/o famiglie che hanno lasciato il segno nella storia del collezionismo.
La mostra copre un arco cronologico che va dal Rinascimento al Novecento con opere di altissimo livello perché la committenza eccellente non poteva che selezionare opere eccellenti, non certo di bottega.
Tra la fine del Medioevo e l’inizio del Rinascimento emerge la necessità di sviluppare e di garantire il mercato creditizio perciò nascono le banche e inizia l’ascesa di alcuni personaggi la cui grande fortuna è direttamente connessa allo sviluppo di questa attività. Gli Scrovegni di Padova sono tra i primi a cristallizzare la propria notorietà nella cappella per la quale chiamano Giotto. Gli Arnolfini tra Firenze e le Fiandre lasciano a imperitura memoria il celeberrimo ritratto di coppia commissionato a Van Eyck, oggi conservato alla National di Londra. Come loro, anche i Portinari e -primi fra tutti – i Medici raccolsero attorno a sé i migliori artisti del loro tempo (Verrocchio, Botticelli, Michelangelo, Bronzino…). Dal mecenatismo dei Medici prende avvio la mostra, dalla preziosa Madonna della Scala di Michelangelo Buonarroti (1490 circa conservata a casa Buonarroti a Firenze) e dal Ritratto di Lorenzo il Magnifico del Bronzino del 1565 in prestito dagli Uffizi.

Nel ‘500 a Roma vi fu l’importantissima figura di Agostino Chigi che commissionò a Raffaello la famosa Loggia di Psiche a villa Farnesina, mentre nel ‘600 fu la famiglia Giustiniani a Roma a raccogliere le opere più preziose. Tra i capolavori presenti in mostra, il San Gerolamo del Caravaggio attualmente custodito a Montserrat.

Tra i grandi collezionisti presentati, anche Heirich Milyus, banchiere e imprenditore tedesco vissuto a Milano, amico di Manzoni e mecenate di Hayez, l’americano John Pierpont Morgan, affarista statunitense, la cui collezione d’arte fu donata al Metropolitan di New York, von Fries, Wagener e ovviamente i Rothschild.




Sono presenti capolavori di Verrocchio, di Van Dyck, dei caravaggeschi Gherardo delle Notti e Valentin de Boulogne, del Veronese e di Angelika Kauffmann.




Degna di menzione anche la parete di disegni della collezione di Everhard Jabach, da Baccio Bandinelli a Vasari, da Agostino Carracci a Francesco Primaticcio.

Particolare attenzione è poi posta sul banchiere “umanista” Raffaele Mattioli, ammiratore di Van Wittel, di Fattori, di Giacomo Manzù e di Giorgio Morandi, protagonista della rinascita economia e culturale nell’Italia del dopoguerra e soprattutto riferimento per le prime acquisizioni della Banca Commerciale che ora con il “Progetto Cultura” vuole proseguire come Intesa Sanpaolo.




La mostra è organizzata in collaborazione con la Alte Nationalgalerie – Staatliche Museen di Berlino e con il Museo del Bargello di Firenze, è a cura di Fernando Mazzocca e Sebastian Schütze.
120 le opere in prestito dai più prestigiosi musei internazionali come la National Gallery di Londra, il Musée du Louvre di Parigi, la Albertina di Vienna e The Morgan Library & Museum di New York.